mercoledì 25 marzo 2015

Sono fuori dal tunnel del divertimento

Il motivo per cui ho deciso di liberare la mia bacheca di facebook dai miei deliri  e dalle foto dei miei felini è fondamentalmente uno: una buona parte degli stati che appaiono sulla mia home mi fanno venir voglia di auto-eliminarmi e sono convinta che qualche neurone altrui sia saltato di fronte all'ennesima foto dei miei cat-model. 

Il problema è soprattutto mio, lo riconosco. Sono intollerante, piena di idiosincrasie, con l'antipatia che scorre malevola nelle mie vene. 
Sono conscia di poter fare lo stesso effetto a molti dei miei contatti, specialmente perché non sono mai stata popolare nelle mie considerazioni misantrope. Di fatto ho deciso di non alimentare più le home dei miei contatti, salvandoli così dalla visione coatta dei miei felini e dalla lettura di stati personali, che diciamocelo, non hanno significati tanto profondi da poter essere diffusi a testa alta. 

No, non sono altruista e nemmeno lontanamente anticonformista. E per carità, non sono quelli della mia specie che metterei sull'arca in caso di diluvio universale. Di sicuro però avrei qualche riserva su: 

- gli animalisti del "che schifo il genere umano, solo gli animali mi capiscono, preferisco salvare una zanzara che il bambino del vicino che strilla tutta la notte, tanto verrà su testa di fava come lui". Posto che sono la prima a esporre lunghe considerazioni sulla vita e sul mondo ai miei gatti, cerchiamo di essere obiettivi: mentre io mi lagno della malasorte, loro mi fanno due fusa di circostanza e pisolano 16 ore al giorno. Mi sento appagata dall'amore dei miei animali domestici, ma davvero il massimo del confronto possibile per certe persone è farsi leccare la faccia dal proprio cane mentre si piangono addosso?

- quelli che se scrivi che hai visto una puntata dell'Isola dei Famosi, si sentono in dovere di cazziarti perché invece di salvare il mondo hai perso tempo con la tv spazzatura. Perché loro, commentando uno stato su facebook, invece, hanno appena operato per il bene dell'umanità. Grazie al cielo ci sono loro a indicare la retta via. 

- quelli che scrivono messaggi minatori pieni di invettive a chi invia gli inviti ai giochi, pregando il mondo di farsi una vita e di smettere di rompere le scatole a loro che non hanno certo il tempo per queste sciocchezze. A parte che il tempo impiegato a scrivere una frase di senso compiuto in maiuscolo è il doppio a quello che si impiega a bloccare gli inviti delle varie applicazioni, ma se anche uno non avesse voglia di farlo, quello che mi chiedo è: non puoi ignorare la notifica e andare oltre? O devi leggere parola per parola ogni singola notifica che ti arriva? Se ti arrivano 20 notifiche o 1 che differenza fa in termini di tempo? Hai un cellulare che le notifiche te le spara direttamente negli occhi, accecandoti? Io che gioco a Candy Crash se ho 5 minuti (me disgraziata), dato che normalmente ho una vita, non ho la possibilità di aprire facebook ogni volta che il mio telefono fa bip, quindi scusatemi se non mi capacito e se ogni tanto sottovaluto questo enorme problema sociale.

- quelli che ti vogliono insegnare la vita attraverso link di pagine nere con scritte bianche che tuonano "Se rutti sull'autobus non vuol dire che hai mangiato pesante, è che sei veramente un puzzone". Perché la scritta bianca su sfondo nero dice la verità, sempre. Anche se chi l'ha scritta, a volte, non ha nemmeno finito la quinta elementare. 

Immagino che ognuno abbia le sue idiosincrasie. Ecco, queste sono le mie. 





martedì 17 marzo 2015

Donna coraggio

Sono le 20,00 di una serata di pioggia battente. Ho appena finito di consumare la mia cena in solitaria e con incredibile agilità indosso il pigiama veloce veloce, che non sia mai che vengano sprecati minuti preziosi di divano-Kindle-lettura a go go. Il compare non c'è e dopo un po' di coccole a turno ai vari felini, il divano è tutto mio. Leggerò fino alle 21 e poi godrò della splendida sensazione di andare a dormire come una bambina, subito dopo le galline, senza il compare che brontola perché nemmeno a 5 anni si va a dormire appena finito il pomeriggio. 

Non è forse la serata idea per cominciare un bel thriller psicologico di Charlotte Link? Ma sì, che sarà mai.

Una donna viene rapita da un perdigiorno, rinchiusa in una cassa in una grotta sperduta nella foresta e lasciata lì. L'improvvisato rapitore, uno sprovveduto, è talmente terrorizzato dal suo stesso gesto che si ripromette di tornare il giorno successivo, non appena avrà chiesto il riscatto al marito, per assicurarsi che la donna sia ancora viva. Peccato la sera stessa arriva a casa e lo arrestano e in prigione ci sta due anni e mezzo. Alla faccia del "Torno subito eh, tu stai lì chiusa in una cassa che tanto ti ho lasciato da bere". 

Alle 21 ho sonno, ma la vicenda si sta complicando. La madre e la ex fidanzata vengono rapite subito dopo la sua scarcerazione. Tira vento, quindi la pioggia fa un gran baccano contro le tapparelle, in più la lavastoviglie in funzione nel silenzio fa rumori alquanto sinistri. Proseguo nella lettura, convinta che riuscirò a tranquillizzarmi. 

Alle 22 sento scricchiolare all'ingresso. Mi alzo dal divano 134324 volte e ogni volta il rumore sembra cessare. Ho il Kindle in mano e giro per casa come una pazza, controllando porte-finestre-fessure-anfratti e leggendo qui e là righe cercando di comprendere cosa diavolo sta succedendo. 
Avere paura con in casa tre felini che ogni due per tre sgranano gli occhi e fissano punti a caso alle tue spalle come se si stesse materializzando un mostro a tre teste non è di aiuto in queste casi. 

Alle 23 sono nel letto, impossibilitata a dormire, per via dall'assoluta certezza che qualcuno entrerà in casa e farà di me appetitose polpette. Attendo a occhi sbarrati il ritorno del compare. Sento girare la chiave, mi precipito all'ingresso balzellon balzelloni cinguettando "Ooooooohhhh finalmente sei tornatooooooooo! Abbracciami".

In 30 secondi dormo come un neonato.

Tutto questo per dire che quando distribuivano un po' di sano coraggio, sicuramente a me è scappata urgentemente la pipì e ho perso il turno.

giovedì 12 marzo 2015

La vecchiaia

Ci ho provato.

Il compare ed io ci siamo comprati tutto l'occorrente per correre, consci del fatto che il nostro fisico budinoso non avrebbe mai permesso performance invidiabili, ma che forse un po' di moto avrebbe giustificato l'enorme consumo di Nocciolata di questa casa.
Di fatto, dopo tre corse, le mie ginocchia hanno cominciato a protestare. Sembrano gridare ad ogni passo "il tuo fondoschiena pesa troppo mia cara!". A distanza di un mese il compare torna a casa garrulo e cinguettante, gocciolando sudore ricco di soddisfazione ad ogni nuovo traguardo, mentre io ho il dubbio che il mio corpo rifiuti di collaborare. E provo quella malsana invidia che mi farebbe venir voglia di smettere di nascondere la Nocciolata.

Ecco cosa succede a scegliersi l'uomo più giovane. Mentre il mio corpo comincia a urlare pietà dopo anni di soprusi alimentari, lui che è un ragazzetto siede a tavola e mi svuota tutta la dispensa, per poi correre come il vento verso nuovi orizzonti carichi di speranza e ottimismo.

Dannazione.

mercoledì 4 marzo 2015

E' primavera, svegliatevi acciacchini

Qua invece di spuntare fiorellini colorati, come ogni anno, fioriscono i malanni.
Ho un'insonnia che ormai conto più pecore io di Peter sui monti con Heidi. La mia faccia è degna dei ragazzi dello zoo di Berlino.

E ho la nausea, e il mal di stomaco, e l'umore di una che, invece di guidare un'auto cantando accorata l'ultima canzone di Nesli, dovrebbe essere rinchiusa in un manicomio criminale.

Se non fosse che vinta dall'isteria produco muffin e dolcetti in quantità industriale, per il consorte tornare a casa sarebbe una faccenda ancora più spinosa.




lunedì 2 marzo 2015

Spleen - versione rivisitata

Quando il cielo basso e greve ti fa da coperchio sul soffitto 
che geme sotto le scarpe dei muratori, 
e versa, sbrindellando l'intero intonaco della casa, 
un quintale di polvere più odiosa della muffa;  

quando la casa viene trasformata in un umido cantiere
dove il cemento, come un temporale,
va piovendo contro i muri la sua pesante materia 
e mostrando un mondo sui soffitti marci;

quando la pioggia, manifestandosi puntuale, 
riga i muri della tua casa
e un pianto dirotto d'amare lacrime tende le sue reti in fondo al tuo cervello,
improvvisamente un trapano sconquassa con furia e lanciando verso il cielo un rumore orrendo,
simile a spiriti maligni e senza pietà, che vogliono vederti soffrire.

E lunghe pulizie, senza aiuto né spalla, si profilano lentamente nella mia vita;
vinta, la Schiena piange;
e l'atroce Sonno, dispotico, pianta nel mio cranio vessato le idee più malsane. 

Analisi testuale

Mi stanno rifacendo il tetto.
Soffro.
E dopo aver tentato di struccarmi gli occhi spalmando una salvietta sulla lente degli occhiali, sento di aver bisogno di dormire.