martedì 17 marzo 2015

Donna coraggio

Sono le 20,00 di una serata di pioggia battente. Ho appena finito di consumare la mia cena in solitaria e con incredibile agilità indosso il pigiama veloce veloce, che non sia mai che vengano sprecati minuti preziosi di divano-Kindle-lettura a go go. Il compare non c'è e dopo un po' di coccole a turno ai vari felini, il divano è tutto mio. Leggerò fino alle 21 e poi godrò della splendida sensazione di andare a dormire come una bambina, subito dopo le galline, senza il compare che brontola perché nemmeno a 5 anni si va a dormire appena finito il pomeriggio. 

Non è forse la serata idea per cominciare un bel thriller psicologico di Charlotte Link? Ma sì, che sarà mai.

Una donna viene rapita da un perdigiorno, rinchiusa in una cassa in una grotta sperduta nella foresta e lasciata lì. L'improvvisato rapitore, uno sprovveduto, è talmente terrorizzato dal suo stesso gesto che si ripromette di tornare il giorno successivo, non appena avrà chiesto il riscatto al marito, per assicurarsi che la donna sia ancora viva. Peccato la sera stessa arriva a casa e lo arrestano e in prigione ci sta due anni e mezzo. Alla faccia del "Torno subito eh, tu stai lì chiusa in una cassa che tanto ti ho lasciato da bere". 

Alle 21 ho sonno, ma la vicenda si sta complicando. La madre e la ex fidanzata vengono rapite subito dopo la sua scarcerazione. Tira vento, quindi la pioggia fa un gran baccano contro le tapparelle, in più la lavastoviglie in funzione nel silenzio fa rumori alquanto sinistri. Proseguo nella lettura, convinta che riuscirò a tranquillizzarmi. 

Alle 22 sento scricchiolare all'ingresso. Mi alzo dal divano 134324 volte e ogni volta il rumore sembra cessare. Ho il Kindle in mano e giro per casa come una pazza, controllando porte-finestre-fessure-anfratti e leggendo qui e là righe cercando di comprendere cosa diavolo sta succedendo. 
Avere paura con in casa tre felini che ogni due per tre sgranano gli occhi e fissano punti a caso alle tue spalle come se si stesse materializzando un mostro a tre teste non è di aiuto in queste casi. 

Alle 23 sono nel letto, impossibilitata a dormire, per via dall'assoluta certezza che qualcuno entrerà in casa e farà di me appetitose polpette. Attendo a occhi sbarrati il ritorno del compare. Sento girare la chiave, mi precipito all'ingresso balzellon balzelloni cinguettando "Ooooooohhhh finalmente sei tornatooooooooo! Abbracciami".

In 30 secondi dormo come un neonato.

Tutto questo per dire che quando distribuivano un po' di sano coraggio, sicuramente a me è scappata urgentemente la pipì e ho perso il turno.

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